Archivio-Biblioteca Enrico Travaglini

per gli studi sociali e il libero pensiero

SANTONI, ATTILIO

 

Nasce a Jesi (AN) il 16 aprile 1908 da Vincenzo e Liuti Margherita; falegname. Proviene da famiglia repubblicana ed antifascista. Il S. fin da giovane è animato da ideali di giustizia ed eguaglianza, odia l’autorità, si avvicina naturalmente all’anarchismo ed inizia sin da giovanissimo la battaglia contro la dittatura fascista. Il 6 aprile del 1924 durante un raid squadrista S., insieme ad altri antifascisti, è sottoposto a violenze. Non domo nell’aprile del 1931, nella ricorrenza della proclamazione in Spagna della repubblica, insieme ad altri due antifascisti, issa sul campanile del Duomo, nei pressi della caserma fascista, una grande bandiera rossa con la scritta Viva la Spagna, risvegliamoci”. I fascisti jesini preparano la vendetta ed alcuni giorni dopo uccidono un antifascista. L’anno successivo, nella commemorazione del triste evento, S. insieme ad altri organizza l’affissione di centinaia di manifestini nella città di Jesi. Seguono settanta arresti, il S. è oggetto nuovamente di percosse; a causa delle numerose violenze subite il S. subisce serie lesioni ad un polmone (che sarà la causa dell’inabilità al lavoro e anche la causa della morte). Dopo due mesi di detenzione è sottoposto al vincolo dell’ammonizione. Intorno al S. ed i suoi compagni si crea una rete di attivisti antifascisti che desta molta preoccupazione alle forze dell’ordine. Da quel gruppo di persone usciranno i principali esponenti antifascisti e partigiani di Jesi. Nuovamente nel 1937 al passaggio di un corteo fascista S. si rifiuta di salutare i gagliardetti fascisti, viene nuovamente incarcerato, percosso e nuovamente assegnato agli obblighi dell’ammonizione. Nelle giornate seguenti il 25 luglio 1943 è chiamato a far parte del CLN cittadino. E’ attivo membro della resistenza (con compiti di intelligence e trasmissione informazioni), per questa sua attività ottiene un riconoscimento dal Gen. Alexander, comandante delle truppe alleate e gli viene riconosciuto il grado di sotto-tenente del C.I.L. Nel dopoguerra partecipa, come osservatore della Federazione Anarchica Marchigiana, al Convegno Interregionale della Federazione Comunista Libertaria Alta Italia di Milano, 23/25 giugno 1945. Collabora alle attività del gruppo di Jesi e della Federazione Anarchica Marchigiana entrando in contatto con i principali esponenti della Fai nel dopoguerra. Muore a Jesi il 10 giugno 1967, il suo funerale è seguito da una grande folla, con la partecipazione delle autorità cittadine, delle bandiere di associazioni politiche e partigiane.

 

Fonti: acs, cpc, ad nomen; Intervista orale con il figlio Santoni Rolando.

 

Bibliografia: La Resistenza nell’anconitano, Roma 1963, ANPI Ancona; A cura U. Fedeli, FAI 1944-1962, congressi e convegni, Torino 1963, Libreria della FAI; C. Urieli Jesi e il suo contado, Ed. Jesi 2000; AAVV L’anno più lungo 25.4.43 – 20.7.44, Ed. Jesi e la sua valle; Umanità Nova, 24.6.1967; L’Internazionale 1.7.1967;

 

Federico Sora 15/6/2003

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