Archivio-Biblioteca Enrico Travaglini

per gli studi sociali e il libero pensiero

Appunti sulla nascita dell'Università Popolare a Fano (1902)

 

L’Università Popolare di Fano fu ufficialmente fondata il 6 gennaio 1902.

La fondazione fu preceduta da una serie di iniziative, due in particolare:

  • Una conferenza del prof. Enrico Mestica (preside del Liceo di Fano) organizzata dall’Associazione “Dante Alighieri”, tenuta al Teatro Cesare Rossi il giorno 8 dicembre 1901. L'intervento dal chiaro contenuto anticlericale venne successivamente contestato dagli ambienti clericali cittadini. I progressisti fanesi ritennero però, al fine di  diffondere la cultura tra le classi popolari, fosse necessario qualcosa che interessasse maggiormente il popolo (la “Dante Alighieri” era infatti una istituzione limitata e allo scopo letterario).
  • Il 26 dicembre del 1901 il noto esponente socialista fanese, avv. Vincenzo Gabrielli, sempre al teatro Rossi tiene un’altra conferenza intitolata “Scopo dell’Università Popolare” (dinanzi ad un pubblico numeroso ed attento) auspicandone la creazione anche a Fano (“…città  purtroppo così poco ospitaliera delle nuove riforme e del progresso economico e sociale…” dal “Messaggero del Metauro” del 4 gennaio 1902).

Si arriva così all’adunanza del 6 gennaio 1902 (sempre al Teatro Cesare Rossi) promossa dai socialisti, dagli anarchici, dai repubblicani e dagli anticlericali fanesi, dove alla presenza di alcune centinaia di persone viene letta la proposta di statuto che viene prontamente approvata e vengono eletti il comitato direttivo e il presidente: il dott. Ossi Giuseppe.

Notizie della sua attività in Fano si hanno sicuramente fino al 1905 (mentre l’università Popolare di Pesaro lascia tracce almeno fino al 1912).

Le lezioni si tenevano presso il Teatro C. Rossi ed erano riservate agli associati che pagavano una quota d’iscrizione legata alle condizioni economico-sociali: operai 10 centesimi al mese, commessi e studenti 15 centesimi, 30 per maestri, impiegati e piccoli commercianti, 50 per impiegati superiori, professionisti e negozianti, una lira per le altre classi di cittadini.

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