Archivio-Biblioteca Enrico Travaglini

per gli studi sociali e il libero pensiero

ACCINI, CASIMIRO

 

Nasce a Piubega (MN) il 4 marzo 1879 da Francesco e Luigia Tiranti; oltre le elementari frequenta alcuni classi della scuola tecnica. Nato in una famiglia di braccianti aderisce inizialmente all’idea socialista partecipando ad un congresso di Leghe bracciantili nel 1901 a Ostiglia e diventa corrispondente per «La Nuova Terra», organo della Federazione socialista mantovana. Dopo aver conosciuto l’avv. Luigi Molinari passa  nel movimento anarchico; Il 18 dicembre 1901 pubblica il giornale socialista-anarchico «Popolo! Popolo!». Il carattere irrequieto dell’A. lo porta ben presto a tentare nuove esperienze fuori dai suoi luoghi d’origine. Tenta un impiego presso un giornale anarchico in Francia, passa in Svizzera, si reca a Milano, poi in Tunisia. Torna poi a Mantova, condannato per reati di stampa è amnistiato, inizia a girare le campagne diffondendo opuscoli anarchici e facendo opera di propaganda. I suoi giri di propagandista lo portano a Cremona, Carrara, Livorno, Pisa, Spezia, Forlì e Ravenna.

Nel 1910 ottiene un impiego nella Camera del lavoro di Vicenza mentre nell’ottobre del 1911 si trasferisce in Ancona dove ben presto diventa uno dei principali propagandisti della provincia. Tiene numerosi comizi in tema anticlericale, antimilitarista ed incita all’organizzazione dei lavoratori. All’inizio del 1912 tiene una serie di conferenze nel pesarese ed entra in contatto con i compagni di Fano. Qui vi si reca nel maggio del 1912 per riorganizzare i gruppi anarchici ottenendo un impiego presso la Cooperativa Carrettieri (costituita come lega di miglioramento il 1 aprile 1909 poi trasformatasi in coop, formata da 80 soci, in larga parte anarchici, presidente della cooperativa è Alessandrini Augusto), diventandone segretario (esercitando anche una notevole attività professionale curando contratti appalti ecc); un mese dopo il suo arrivo usciva una nuova serie del periodico anarchico locale «In marcia».

Da Fano A. si sposta in moltissime località della provincia in una intensa attività propagandista ed organizzatrice. Da ricordare il comizio “In difesa dei lavoratori“ tenuto dall’A. il 10 novembre 1912 a Candelara di Pesaro: dopo la manifestazione si apre un acceso confronto tra socialisti, anarchici e cattolici locali, in una rissa il responsabile della Lega cattolica dei contadini Sabatini Giuseppe spara, colpendolo a morte, al socialista De Biagi Lavinio. A. è anche promotore di una particolare Lega di resistenza provinciale: quella fra segretari ed impiegati di Cooperative che però non ebbe seguito. E’ tra i protagonisti fanesi dello sciopero generale dell’agosto 1913 (proclamato dall’USI in solidarietà per le agitazioni operaie milanesi e senza l’appoggio della Confederazione Generale del Lavoro): Fano è l’unica località della provincia dove si tengono due giornate di agitazione mentre nel resto della provincia i dirigenti riformisti ignorano lo sciopero. Gruppi di dimostranti iniziano nelle prime ore del mattino il giro dei cantieri e degli stabilimenti annunciando lo sciopero che ben presto diventa completo, durante la mattinata si verificano degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine e un operaio viene ferito gravemente alla testa con una sciabolata; poi vengono arrestati altri dimostranti tra cui l’A. (che viene accusato di attentato al libero commercio e poi assolto), ma vengono rilasciati in serata, nella seconda giornata viene organizzato un comizio in cui intervengono A. ed il socialista rivoluzionario Sandro Diambrini Palazzi (futuro sindaco socialista di Fano).

A. è tra i membri della Commissione Esecutiva della Camera del lavoro di Fano (costituitasi il 10 marzo1912 e diretta da esponenti socialisti ed anarchici locali e non collegata alla Confederazione Generale del Lavoro); presenta anche domanda al concorso per segretario propagandista della Camera del Lavoro di Pesaro ma gli viene preferito il socialista Giuseppe Ricci. E’ tra i promotori della Lega di resistenza dei marinai fanesi, costituita nel 1913 di cui diventa segretario; è il protagonista di un importante Accordo, del 9 gennaio 1914, che concludeva positivamente una vertenza tra marinai e proprietari di imbarcazioni (aperta già con richieste e scioperi dei marinali nel 1903 e 1906 e mai conclusa) ottenendo miglioramenti in campo di sussidi malattia, paga per i giorni di lavoro di manutenzione delle barche ecc.

Nel febbraio del 1914 parte per Piombino nominato segretario di quella Camera del Lavoro, incarico che lascia dopo alcuni mesi facendo ritorno, richiesto a gran voce dagli organismi sindacali locali, a Fano e riassumendo gli incarichi nella Lega Marinai e della Cooperativa Carrettieri. A. rientra durante le giornate della Settimana Rossa ed è protagonista, a Fano e Pesaro, di accesi comizi. A. è il protagonista del collegamento sempre più stretto tra gli organismi sindacali fanesi e l’Unione Sindacale Italiana: il 14 aprile 1914 Tullio Masotti tiene un comizio su “Organizzazione operaia” nello spiazzale della Lanterna, nei pressi del porto, applaudito e alla presenza di un numeroso pubblico, in prevalenza marinai (la Lega marinai che dopo il primo conflitto mondiale si trasforma in Unione Marinai, forte di 800 aderenti, aderisce all’USI in questi mesi); nel luglio viene annunciato anche un comizio di Alceste De Ambris, ma siamo alle porte della polemica sull’interventismo. A. partecipa, come segretario della Lega Marinai al Consiglio Generale dell’USI del 13 e 14 settembre a Bologna e vota la l’ordine del giorno Meschi-Borghi contrario alle posizioni interventiste di De Ambris, Masotti, Corridoni.

Il rientro a Fano è di breve durata perché è di nuovo in partenza verso Modena dove dovrebbe assumere l’incarico di segretario della Camera del Lavoro ma l’esito è negativo; si reca quindi a Parma dove trova impiego come propagandista per la Camera del Lavoro sindacalista di Parma. Qui è oratore in diversi comizi e conferenze, alcuni in compagnia del De Ambris, ma ben presto entra in contrasto con le posizioni interventiste espresse da quella Camera del Lavoro, A. esprime anche pubblicamente le sue opinioni nelle colonne dell’«L’Internazionale». Durante il congresso della Camera del lavoro di Parma, del 10 e 11 febbraio 1915, nel quale viene confermata la linea interventista, presenta le sue dimissioni (che il congresso in un primo momento respinge). Passa quindi a condurre la Camera del Lavoro di Bergamo ma con il sopraggiungere della guerra si sposta a Sestri Ponente, sempre come segretario della CdL, torna di nuovo a Bergamo e nel 1916 è a Milano, alle dipendenze dell’Unione Sindacale Italiana. Durante questo periodo rimane in contatto con gli ambienti pesaresi tanto che nel 1918 è segnalato di ritorno a Fano. Nel 1919 trova occupazione a Brescia e diminuisce la sua attività politica. Nel 1924 è iscritto al PNF. Muore a Isola Dovarese (CR) nel 1972.

 

Fonti: Acs, Cpc,  b. 10  ad nomen; Acs PS 1914, b. 33;  As Pesaro Tribunale di Pesaro, 1913 sent. n. 128 e 189; As Pesaro- sottosez. Fano, Archivio Storico Comunale, 1914 classe 2 cat. 4 fasc. 4 e 6 e 1915 cl. 2 cat. 4 fasc. 5; Archivio Biblioteca Enrico Travaglini, Fano fasc. ad nomen; Biblioteca Federiciana Fano, «In marcia», periodico anarchico fanese 1912/1914; Biblioteca Comunale Parma, «L’Internazionale» settimanale della Camera del lavoro di Parma, 1913/1915.

Bibliografia: F. Andreucci, Casimiro, Accini in Il movimento operaio italiano: dizionario biografico (1853-1943) – vol. I, a cura di Franco Andreucci e Tommaso Detti, Editori Riuniti, Roma 1975; M. Antonioli, in Dizionario biografico degli anarchici italiani, vol. I, BFS, Pisa 2005; J. Meda, Il mestiere dell’ideale, vita dell’anarchico Casimiro Accini (1900-1924) in «L’Isolano: semestrale di cronaca e cultura isolana», IV, n. 8, dicembre 2003, pp 9-18.

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