RAZZINI, MARIO
Nasce a Linarolo (pv) il 2 maggio 1890. Frequenta solo le scuole elementari ma, dotato di buona intelligenza, accresce la sua cultura con lo studio da autodidatta. Da sempre aderente al movimento repubblicano con spiccato interesse all’azione sociale, si iscrive alla Federazione del libro e ne diventa responsabile tra il 1911 e il 1918. Nel 1912 abbandona il suo lavoro per dedicarsi completamente all’attività politica e sindacale, prima a Pavia poi a Milano, dove nel 1916 è segretario del circolo repubblicano “Antonio Fratti”. Fa poi parte della redazione de «La Giovane Italia».
Non prende parte alla guerra perché invalido, ma partecipa alla fondazione del Gruppo d’azione sociale fra lavoratori interventisti. Nel 1918 partecipa con Alceste De Ambris alla costituzione della uidl, alla quale aderiscono organizzazioni sia sindacali, provenienti dall’esperienza sindacalista rivoluzionaria, sia repubblicane, caratterizzate dalla posizione interventista. Della stessa uidl diviene, nel 1920, vicesegretario. Nel luglio di quell’anno è promotore di un convegno interregionale, che coinvolge la Lombardia e la zona di Roma, per la ripresa dell’iniziativa del pri.
A metà del 1919 nelle Marche si crea una profonda spaccatura tra socialisti e repubblicani, con i secondi che vengono emarginati dalla cdl del capoluogo. Il Congresso operaio repubblicano marchigiano (Ancona, 29 giugno 1919) decide di appoggiare un organismo “apartitico” e l’uidl si offre come sponda ideale. A Pesaro la componente repubblicana è da sempre abbastanza forte e aderenti all’Unione italiana del lavoro si erano attivati già nelle agitazioni dell’immediato dopoguerra (ad esempio, in quella per l’aumento dell’indennità di caroviveri alla Montecatini). Nel marzo del 1919 si tenta una via unitaria tra gli organismi legati alla componente repubblicana e quelli di marca socialista, ma i contrasti, anziché sopirsi, esplodono il 25 giugno, quando socialisti e anarchici comunicano di avere indetto un comizio contro il carovita: la tesi portante della loro protesta è che alla base della pesante inflazione c’è la guerra, dunque chi ha voluto quest’ultima deve ritenersi responsabile della crisi economica del paese. I repubblicani – a suo tempo interventisti – prendono le distanze dall’iniziativa.
Il 12 luglio seguente il periodico «Pensiero democratico» annuncia la costituzione di un’Unione sindacale affiliata alla uidl (con sede in corso XI settembre, a Pesaro). In poco tempo aderiscono a questo nuovo organismo la Fratellanza marinai, il Sindacato metallurgico, la lega dell’arte bianca (mugnai, fornai e pastai), la lega calzolai, i falegnami-ebanisti, i camerieri e commessi di negozio, i facchini, i postelegrafonici, gli infermieri, i muratori, gli impiegati privati e i dazieri. La commissione esecutiva è composta da Umberto Campanari, Aurelio Cesarini, Giovanni Della Fornace, Mimo Franca, Aldo Gili, Luigi Luzi, Giuseppe Miserocchi, Aurelio Mattioli, Roberto Pezzolesi e Romolo Papini. Il 2 agosto R. è nominato segretario della camera sindacale del lavoro. Inizia subito a gestire un’agitazione dei marinai e predispone una piattaforma rivendicativa: la vertenza si concluderà positivamente dopo oltre un mese, ma riprenderà in ottobre.
La camera sindacale del lavoro partecipa alle agitazioni contro il carovita e conduce una vivace attività. Fra questo organismo e la cdl pesarese si accende un’aspra polemica, alimentata dal periodico socialista «Il Progresso» e dall’organo del Fascio democratico e repubblicano «Pensiero democratico». L’acme del confronto viene raggiunto con il comizio-contraddittorio del 21 settembre 1919 al quale prendono parte Filippini, Lorenzetti e Bianchi per la camera del lavoro socialista, mentre per la uidl è presente R.: durante il dibattito scoppiano incidenti tra i partecipanti e la polizia interviene per disperderli.
R. partecipa poi al III Congresso nazionale dell’uidl, di cui è relatore sulle modifiche statutarie; in qualità di segretario della camera sindacale del lavoro di Pesaro, collabora inoltre alla costituzione del Sindacato nazionale delle cooperative (Roma, 26 gennaio 1920). Nella città marchigiana promuove la costituzione di diverse cooperative di ex combattenti. Si impegna anche nella vita del movimento repubblicano, assumendo incarichi nella Federazione giovanile regionale. Nel marzo del 1920 passa alla direzione della Federazione braccianti, aderente alla cdl repubblicana di Cesena, ma anche alla cgdl («Il Progresso» del 25 marzo 1920 ironizza su questa contraddizione). Nell’incarico di segretario della camera sindacale del lavoro di Pesaro è sostituito dal mazziniano Domenico (Mimo) Franca, operaio della Montecatini.
Nell’ottobre 1920 R. partecipa attivamente ad Ancona al Congresso nazionale repubblicano. Nel 1921 si trasferisce nel Veneto con la funzione di segretario della cdl di Montebelluna e Treviso aderente alla uidl. Nel 1923 a questi incarichi aggiunge quello di direttore del giornale «La Riscossa». Nel 1925 si occupa dell’amministrazione amministrativa del pri e de «La Voce repubblicana» e partecipa al Congresso nazionale del partito (Milano, 9 maggio). L’anno seguente gli viene affidata la segreteria della Federazione repubblicana veneta; nel novembre dello stesso anno è arrestato e condannato a quattro anni di confino (poi ridotti), pena che sconta a Ustica, Favignana e Lipari. Liberato nel maggio 1928, si trasferisce prima a Pavia e poi a Milano, dove inizia la collaborazione con gl. Nel 1940 è internato nel campo di concentramento di Istorio; viene rimesso in libertà nel 1941. Nuovamente arrestato nel 1943 insieme a esponenti del Partito repubblicano e del Partito d’azione, torna in libertà dopo il 25 luglio. È messo agli arresti per la quarta volta nel 1944 ed è liberato dal carcere di Forlì dall’esercito alleato. Ricopre successivamente cariche nel pri e partecipa alla nascita della uil milanese entrando a far parte del comitato direttivo provinciale. Non si conoscono il luogo e la data della sua morte. [Federico Sora]
Fonti: Acs, Cpc, ad nomen.
Bibliografia: scritti di R.: Il XIV congresso del pri di Ancona del 1920, in «Archivio Trimestrale», a. ii, 1976. Riferimenti su R.: L. Cantarelli, Il movimento repubblicano delle Marche nella vita politica e nella pubblicistica dal 1919 al 1926, tesi di laurea, Univ. cattolica del Sacro cuore, Milano, a.a. 1979-1980; acpc, ad nomen;L. Vanzetto (a cura di), L’anomalia laica, Cierre, Verona 1994; La grande enciclopedia della politica. I protagonisti dell’Italia democratica, la uil 1950/1953, Ebe, Roma 1993.